Ok, mi ci metto anche io, 'azzi vosti.
Ihihih.
Venerdì 15 marzo 2013, Grosseto-Civitavecchia, 3 giorni allo stageE’ il giorno della partenza, il Nano arriva nel primo pomeriggio con la puntualità che lo distingue.
Anche l'estrema praticità ed efficienza sono sue innegabili doti, infatti ha fatto la spesa per strada per evitare di esser taglieggiati sul traghetto.
Avevo disposto ordinatamente la cassa ricambi, i borsoni con l’abbigliamento da moto e i miei bagagli in garage. Le moto si trovavano già nel cassone del Tata in attesa di esser adeguatamente fissate; iniziano a riempire i sedili posteriori con i nostri bagagli (che ci entrano per un pelo), facciamo mente locale e decidiamo di partire alla volta di Civitavecchia.
Avvio la macchina e abbiamo subito la prima emozione: il Tata si ferma dopo nemmeno mezzo metro.
Mi ero scordato che parcheggiandola in discesa quando è in riserva la pompa non pesca, provo a riavviarla ma rimane accesa qualche secondo e si ammutolisce. Iniziamo bene...
Dopo qualche tentativo e qualche bestemmia la macchina si rimette in moto, andiamo subito a fare il pieno e partiamo.
Ha ufficialmente inizio l’avventura.
Arriviamo a Civitavecchia in perfetto orario, al controllo passaporti incontriamo un poliziotto motociclista che ci racconta qualcosa dei suoi viaggi in terra d’Africa.
Saliamo sul traghetto e ci incamminiamo alla reception. A causa del mare grosso la nostra nave non è partita da Palermo e siamo su mezzo di appoggio che non dispone di un numero adeguato di cabine per i passeggeri, diversi passeggeri pernotteranno nei corridoi e negli spazi comuni della nave.
Andiamo a letto, mi addormento bene ma mi sveglio poco dopo e passerò mezza nottata in bianco dormendo circa 4 ore (e avevo anche finito le sigarette...).
Sabato 16 marzo 2013, Palermo-Tunisi, 2 giorni allo stageArriviamo a Palermo verso le otto di mattina, accolti dalle montagne circostanti che sono innevate. Tra l’altro è un freddo boia.
Le montagne intorno a PalermoScendiamo dal traghetto in mezzo ad auto con carichi improbabili sul portabagagli e furgoni scassati e ipercarichi.
Scene dello sbarco a PalermoCi fanno mettere accanto ad alcune trattrici e iniziamo a chiacchierare con i portuali, si è già formata una bella fila disordinata per l’imbarco su quella che doveva essere la nave in partenza da Civitavecchia. Inizia a piovere, giusto per dare quale tocco di solennità che mancava all’atmosfera.
Il nano, l’ufficiale addetto al vettogliamento, si prodiga nell’acquisto di beni di primaria necessità quali cannoli, cassate e arancini.
Ci fanno immettere nella fila e riusciamo, verso mezzogiorno, ad imbarcarci.
Noi, con il nostro carico, sembriamo dei dilettanti...La nave finalmente parte.
La navigazione scorre tranquilla (a parte il puzzo di piedi in alcune sale) fino a Tunisi dove arriviamo verso mezzanotte, al momento dello sbarco abbiamo un antipasto di quello che riescono a combinare i tunisini lasciati a se stessi: siamo al ponte superiore e c’è un’unica discesa per sbarcare, le auto iniziano ad accalcarsi ed ostacolarsi a vicenda. Chiedo al Nano se se la sente di fermare le macchine per permettermi di far manovra con il Tata che ha un raggio di sterzo di un autoarticolato, prima dirige il traffico, poi intima gentilmente a un automobilista indeciso di andare con un “
VAAAAAIIIIIIIIIIIIIIH!!!!!!!!”
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(che credo riecheggi ancora nella Medina di Tunisi) e infine riesce a farmi fare manovra.
L'arrivo a TunisiMi convinco che a breve saremmo arrivati all’albergo ma mai previsione fu più sbagliata, ci attende la dogana tunisina.
Ci fanno mettere in fila sotto una tettoia dotata di varie corsie senza che ci sia chiaro cosa si debba fare. Il tempo passa e nessuno ci controlla anzi due poliziotti che controllavano i bagagli saltano la nostra auto e quella di un altro italiano per continuare con auto tunisine. Nel frattempo cambiamo gli euro in dinari.
Provo a richiamare l’attenzione di un poliziotto che mi fa cenno di aspettarlo ma sparisce nel nulla, inizia a essere chiaro che qualcosa non torna...
Dopo circa due ore di attesa vengo adescato da uno strano personaggio che si offre di aiutarmi e i dubbi diventano certezze, ci hanno saltato per spillarci qualche soldo. Sono in piedi da 22 ore e cedo, chiama un poliziotto che si mette scrivere qualcosa sui nostri passaporti e sembra finita (memorabile la scena di quando il poliziotto ci chiede di chi siano le moto e Andrea, stendendo la mano sulla fiancatina della SE, dice con tono solenne “
C’est à moi!!!”. Peccato che io non abbia avuto la prontezza di dire “
Ehm, sì… certo… c’est à le Duc Imperial…” ma dubito che il doganiere abbia mai visto Fantozzi).
In realtà mancano ancora
due maledittismi passaggi: il primo al bureau 4 o bureaucratre che ha il gravosissimo, complicatissimo ma fondamentale compito di apporre un timbro rosso sul passaporto con indicato il numero della targa.
Convinti di aver sbrigato tutte le formalità doganali arriviamo a 10 metri dal cancello d’uscita di quella che sembra una delle più basse bolge dantesche.
Un solerte funzionario ci ferma e controlla i passaporti chiedendomi il foglio verde, sicuro di me gli mostro il certificato dell’assicurazione valido per l’espatrio ma non è quello a cui si riferiva.
Occorre fare un’altra fila per avere un
c@zz0 di foglio verde per l’auto che è la carta di circolazione provvisoria.
Mi metto in fila ormai allo stremo delle forze e della pazienza, ottengo il dannato foglio verde e passiamo il maledettissimo cancello della stramaledettissima dogana che ci riserverà altre emozioni al ritorno.
Siamo in Tunisia, siamo sopravvissuti alla dogana, siamo più morti che vivi ma adesso ci attende la nostra camera d’albergo.
Avevo scaricato la mappa di Tunisi e il percorso sull’iPad e arriviamo in circa 10 minuti davanti all’albergo Carlton.
Un losco figuro a chiacchiera sulla strada ci chiede i biglietti, lo mando prontamente
affanculo invitandolo a levarsi dai
coglioni dato non è serata, il Nano mi invita a mantenere un atteggiamento più colloquiale e distinto con i locali, per risposta scendo bypassando il rompi
coglioni di turno e vado dritto nella hall. Sveglio il portiere e faccio presente che avevamo prenotato il parcheggio, il portiere esce per indicarmi dove si trova il garage: vede e la macchina e mi fa presente che a causa della sporgenza delle moto dal tettino non entrerà nel parcheggio.
Mi sembra uno scherzo ma è la tragica realtà, il portiere fa una telefonata e, fortunatamente, ci trova posto nell’albergo di fronte (Hotel Afrique). Il parcheggio è scoperto ma custodito, elargisco una generosa mancia al portiere e al guardiano pregandoli (anche in arabo) di farmi ritrovare tutto.
Alle 3:40 andiamo a letto, la sveglia è prevista per le 7:30.
Domenica 17 marzo 2013, Tunisi-Douz, arrivo a destinazioneAlle 7:00 sono già in piedi, dormo poco a casa, pochissimo in vacanza e lo stress del sera precedente ci ha messo del suo, ne approfitto per farmi una doccia.
Si sveglia anche il Nano (strano ma vero...

), il programma di massima della giornata è comprare una SIM tunisina, fare gasolio e arrivare a Douz prima del tramonto.
Facciamo colazione e chiediamo indicazioni su dove andare per acquistare la scheda della Tunisiana, andiamo a prendere la macchina che è sana e salva e ci avventuriamo alla ricerca del negozio che ci hanno indicato.
Facciamo circa un paio di chilometri verso il centro di Tunisi, il marciapiede che separa le corsie di marcia è transennato con il filo spinato, ad ogni incrocio ci sono mezzi militari, altri blindati e soldati, l’atmosfera non è proprio quella dei giorni di festa (più tardi sapremo che era prevista una manifestazione antigovernativa). Rimango in auto mentre l’efficientissimo Nano acquista in pochissimi minuti l’agognata scheda.
Torniamo indietro dove abbiamo visto un distributore cui far rifornimento (sembrava che ci dovesse essere lo sciopero dei benzinai ma in realtà erano tutti aperti) e imbocchiamo l’autostrada.
L’autostrada fino a Hammamet è a 3 corsie poi diventa a 2 corsie fino a Sfax con un numero improbabile di caselli malamente intervallati. Dopo Sfax fino a Gabes ci aspetta una strada a due corsie piuttosto trafficata e caotica, simpaticamente intervallata da un numero imprecisato di rotatorie di
merda che ci fanno rallentare abbassando decisamente la nostra già imbarazzante media.
Troviamo, per non farci mancare nulla, anche una 15ina di km di lavori dove i camion vanno a passo d'uomo e il Tata notariamente non brilla per le sue prestazioni. Incontriamo alcuni camion e jeep preparate che probabilmente hanno partecipato al Touareg Rally.
Con il passare dei km il paesaggio inizia a cambiare, si passa dagli uliveti e frutteti del nord a terra brulla, sassi e sabbia.
Un’altra simpatica caratteristica delle strade tunisine è la presenza di dossi di rallentamento in prossimità dei centri abitati: a volte c’è un solo dosso, a volte tre alti, a volte altri piccoli.
Si capisce che si è in prossimità di un dentro abitato quando inizia ad aumentare il sudicio e i sacchetti di plastica, il concetto di tutela dell’ambiente non è molto radicato nella mentalità tunisina. Comunque quando si vede crescere la spazzatura arrivano i dossi, da un certo punto di vista è una segnalazione utile per evitare di seminare una moto per strada.
Prima di Gabes i bordi strada sono costellati di ristoranti che presentano all’esterno pecore sgozzate e appese per una zampa a dimostrazione della freschezza della carne. Superiamo Gabes e procediamo alla volta di Kebili, il paesaggio cambia radicalmente: iniziamo ad essere vicini al deserto.
Ci troviamo sulla sinistra una catena montuosa e iniziamo a vedere i primi cartelli che indicano la possibilità di attraversamento cammelli oltre ai cammelli stessi.
Inizio decisamente ad essere emozionato.
Les chameuxSuperiamo Kebili e ci mettiamo in contatto con Giada e Davide che ci aspetteranno ad una rotatoria di Douz, altri 30 km e siamo arrivati. Sono quasi le 18, ci sono volute 8 ore per fare 560 km di strada.
Arriviamo allla base, scarichiamo le moto e i bagagli, ci presentiamo e ci sistemiamo in una camera quadrupla che, fortunatamente, non raggiungerà mai la capienza massima durante il nostro soggiorno (adellam arriverà più tardi e sarà il nostro compagno di stanza).
Inizio a mettere le mani sulla moto smontando la targa e montando il filtro in spugna oltre a una cuffia per cappelli gentilmente offertami da Davide come prefiltro al posto del collant da donna, rimando altre operazioni all’indomani in quanto si sta facendo buio.
Facciamo la pappa e andiamo a nanna ché domani si inizia!
Verso mezzanotte arrivano nibbio, pieromotard, fabrigaru e adellam.
Io sono già nel mondo dei sogni da un po’ e non sento le moto arrivare.
(to be continued... forse...)