Vado in moto da 35 anni.
Ho passato anni della mia vita a decantare e fantasticare sulle prestazioni e l’estetica delle moto da me prima desiderate e poi possedute.
Infinite discussioni con gli amici davanti ad una birra o davanti ad una tastiera sulla superiorità di un marchio su un altro marchio, di un modello su un altro modello, sui dettagli tecnici e sulla cavalleria.
Giornate intere a discutere con amici e meccanici su particolari da aggiungere o modificare per rendere la mia moto più performante. Speso una marea di soldi per poter poi realizzarle quelle modifiche.
Un giorno, nel cuore della Mongolia e in un mare di fango, ho visto me, tutto sudato e teso sulla mia super preparata e stracarica KTM 950 ADV S, improvvisamente affiancato da un autoctono in sella ad una motoretta cinese da 150cc con seduta dietro la moglie ed un capretto vivo tra i due. Il mongolo mi ha osservato con un sorriso, sollevato una mano dal manubrio per salutarmi, riaperto il gas e scomparso, zigzagando sul fango, all’orizzonte.