Dall'Asia Centrale al Caucaso 2016

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Re: Dall'Asia Centrale al Caucaso 2016

Messaggioda DakFabri » 06/09/2016, 11:10

cristiano ha scritto:Siete sempre tutti troppo buoni!

Ma figurati :) sei tu che tra racconti coinvolgenti e foto a go go ci fai sognare. Complimenti :) :ok:
"Si va in moto da buio a buio..." dicevi sempre. Quel giorno in Mauritania, il buio e' calato silenzioso. Ciao Fabrizio!
...ricordi...
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Re: Dall'Asia Centrale al Caucaso 2016

Messaggioda cristiano » 06/09/2016, 14:59

12/8/2016

Secondo tentativo, ma più o meno nello stesso punto di ieri siamo di nuovo fermi.
Questa volta siamo gli aiutanti però, non gli aiutati: un furgoncino carico di gente ci ferma perché ha bisogno di gonfiare le gomme.
A 'sto giro siamo attrezzati e la pompa del decathlon fa la sua porca figura...

Prima di salutarli, chiediamo dove siano diretti: "al mare!"

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Arrivati a Zhalanash ci facciamo indicare dove andare da dei ragazzini, e questi son ben contenti di saltare in moto per mostrarci la strada

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Delle barche in realtà non rimane molto: tempo fa erano molte di più ed integre, poi nel tempo sono state pian piano smontate e vendute a peso, ma un po' d'ombra ancora la riescono a fare

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Visto che siamo nel letto di un lago che non c'è più ed è divenato un deserto e fa un caldo che si muore, Roberto decide che insabbiarsi è un ottimo modo per fare un po' di moto...
(deve essere un vizio di famiglia, penso io, memore di un viaggio in Tunisia che feci qualche anno fa con suo fratello)

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Ritornati in paese attiriamo l'attenzione di qualche autoctono che ci aiuta a trovare il negozio del paese dove rifornirci d'acqua e chiediamo informazioni sulla strada per il mare, dove ormai abbiamo deciso di arrivare

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Eccolo! E' dietro quel cartello!

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E' ormai pomeriggio ed è ora di tornare...

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Re: Dall'Asia Centrale al Caucaso 2016

Messaggioda fAb!0 » 07/09/2016, 17:06

...avanti così...
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Re: Dall'Asia Centrale al Caucaso 2016

Messaggioda cristiano » 08/09/2016, 18:40

13/8/2016

L'idea è fare velocemente colazione, caricare le moto e incamminarci, ma rimane un'idea.
Complici numerosi passaggi in bagno di Sabrina e i movimenti rallentati dal gran caldo, salutiamo Aral solo a mezzogiorno passato.
Percorriamo 600 e passa km di monotonia e asfalto liscio come una tavola da biliardo, arrivando a Aqtobe in serata.
L'unica cosa della giornata degna di essere raccontata è la nuova bibita acquistata: Top Russian Lemonade.
Quando vedo i due uscire ridacchianti dal negozietto con la bottiglia in mano, entro sbattendo la porta e esco un minuto dopo col mio solito the freddo: poco dopo si nascondono da me, mentre rovesciano a terra il loro acquisto e di nascosto si abbeverano dal mio...

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14/8/2016

"Direct road to Atyrau is very very bad, if you go to Uralsk and then Atyrau is good"

Di fatto i primi 100-150 km non è neanche brutta, 'sta strada, poi degrada all'improvviso e in effetti smette proprio di essere una strada.
Percorrere le piste laterali che si sono create a fianco, nella steppa, è senza dubbio più facile e pure divertente.
La bevanda del giorno di chiama frizz qualcosa, ma faccio finta di non accorgermi che l'hanno comprata che altrimenti questa volta li dovrei costringere pure a berla...certo quando sento Roberto esclamare "ma è frizzante!" è dura fare finta di niente

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15/8/2016

Ci svegliamo presto qui a Sagiz, ma nessuno si preoccupa della nostra presenza nel posto dove abbiamo dormito, è come se non esistessimo. Senza colazione, smuovere Roberto e Sabrina è impresa ardua e il tempo passa: è il momento del mio sbotto.
Gli ultimi due giorni non sono stati il massimo, e il programma di oggi sarebbe impegnativo: non si possono perdere ore così, penso io, e gli abbaio addosso tutta la mia stanchezza e frustrazione.
In realtà sento un po' la responsabilità della fatica che si è fatta, del caldo che si è preso, e forse sono pure un po' preoccupato per quello che ci aspetta: per farlo c'è bisogno di essere carichi e motivati.
Roberto sale in moto e torna dopo una mezz'ora con 10 litri d'acqua e una tanica per la benzina, io brontolo ancora un po', ma alla fine si decide di partire.
Prima però bisogna far benzina e il pignolo benzinaio si rifiuta di versarla nella tanica, che in effetti è un plasticone da 10 litri che conteneva liquido di raffreddamento.
L'unica soluzione è fare un travaso serbatoio-tanica e poi rifare benzina dal distributore nel serbatoio.
Nell'operazione, forse per sopperire alla mancata colazione, Roberto si beve una tazzina buona di 92 ottani.

La deviazione è a pochi km, a Mukur, e quindi da una strada disastrata e poco frequentata entriamo in una strada ancora più disastrata e ancora meno frequentata: i crateri qui sono enormi e profondissimi e le piste laterali sono l'unica possibilità.
Troviamo un villaggetto, quattro case e otto cammelli, e vediamo se riusciamo a trovare ancora qualche litro di benzina.
"Quanta ve ne serve?" chiede il tipo dell'ambulanza (ancora oggi mi chiedo che ci fa lì un'ambulanza: in caso di necessità dove ti potrà mai portare?)
"7 litri in totale" rispondo io
lui indica il serbatoio del suo mezzo e dice che la possiamo prendere da lì: l'omino è simpatico e neanche ci fa la cresta..

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Non molto dopo arriva il bivio: quando vediamo la strada girare sulla destra e il lago di bitume sulla sinistra, sappiamo che dobbiamo uscire del tutto dalla strada e seguire le tracce.
Si sale un filo e lo vediamo da lontano, il nostro obiettivo, l'Aktolagai Plateau

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Vederlo è già una bella sensazione, bisogna raggiungerlo però: le tracce inizialmente sono buone, quindi peggiorano man mano. E' evidente che ne esistono di altre, più recentemente battute, ma non sappiamo dove portano e quindi seguiamo quelle registrate in open street maps. Il problema non è il fondo o la traccia stessa, ma la vegetazione che si è ripresa ciò che è suo, e quindi per chilometri e chilometri tiriamo su di tutto: erba, arbusti, alberelli...
"Dominator, nei migliori negozi di giardinaggio!"
Ce la facciamo, e arrivati ai piedi delle formazioni calcaree andiamo in cerca della piramide che avevamo visto nelle foto a casa prima di partire.
"Sa, scendi subito" dico io quando sento odore di bruciato e vedo del fumo uscire dalla moto: tutta la roba tirata su, a contatto col motore caldo, sta prendendo fuoco e la mia moto sta per fare la fine di quella di Goncalves nella Dakar di un paio di anni fa.
Per fortuna me ne sono accorto in tempo e spegnere il tutto è facile, ma è un chiaro segno del fatto che la piramide la cercheremo il giorno dopo e sia ora di montare la tenda..

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Re: Dall'Asia Centrale al Caucaso 2016

Messaggioda waveman » 09/09/2016, 21:00

Avanti !!!!
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Re: Dall'Asia Centrale al Caucaso 2016

Messaggioda cristiano » 10/09/2016, 17:02

16/8/2016

A un certo punto mi sveglio e ho freddo, vado in cerca del mio sacco a pelo che so aver lasciato da qualche parte lì di fianco. Evidentemente penso che la testa di Roberto sia esattamente della stessa forma del mio sacco a pelo e la prendo a due mani per aprirla: ricordarlo a posteriori fa sicuramente ridere, ma a giudicare dalla faccia che ha fatto lui non sono sicuro che l'esperienza gli sia piaciuta...
Poco dopo sogno non so cosa e rifilo un paio di calcioni secchi a Sabrina.
Io ho dormito bene comunque, e a mattina sono riposato..

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Re: Dall'Asia Centrale al Caucaso 2016

Messaggioda scacco728 » 11/09/2016, 21:49

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Re: Dall'Asia Centrale al Caucaso 2016

Messaggioda Roccia » 12/09/2016, 8:56

:claps: :claps: GRANDI
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Re: Dall'Asia Centrale al Caucaso 2016

Messaggioda cristiano » 12/09/2016, 11:51

Prendiamo una traccia diversa da quella del giorno prima, ma il copione non cambia e anche oggi si va di tagliaerba...
Arriviamo a un lago salato, ma prima di attraversarlo ci assicuriamo che sia effettivamente secco come sembra, onde evitare di emulare le gesta di un paio di personaggi di mia conoscenza.

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Diversi chilometri più avanti ci ricongiungiamo alla "strada" lasciata il giorno prima: io e Roberto ci guardiamo e ci stringiamo la mano, ce l'abbiamo fatta!
Il problema ora è l'acqua: dei 10 litri che avevamo, questa mattina ne erano rimasti solo tre, mentre ora ne abbiamo si e no uno e mancano ancora diversi chilometri prima di ritrovare una strada che sia degna di tale nome.
Passiamo accanto all'Akkergeshen Plauteau, che varrebbe anche lui una visita, ma il caldo è troppo caldo e l'acqua troppo poca. Ad ogni sosta facciamo dei piccoli sorsi, che teniamo in bocca un po', prima di mandar giù, per prolungare la sensazione di sollievo.
Quando vediamo un furgoncino in lontananza passare perpendicolare a noi senza alzare polvere, capiamo che ci siamo quasi: quella lì è la strada.

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Una volta dissetati facciamo il punto della situazione: 9 dei 15 giorni che siamo autorizzati a rimanere in Kazakhstan senza visto se ne sono già passati e non avrebbe senso fare una corsa a sud nel tempo che ci rimane, decidiamo quindi di proseguire per Atyrau, dove arriviamo a sera.

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Nell'albergo dove dormiamo, trovato grazie all'aiuto di un motociclista locale, c'è un bar aperto tutta notte e una birra dopo l'altra diventiamo in fretta i migliori amici del gestore, che a notte inoltrata ci strappa pure la promessa di insegnargli il giorno dopo a fare la pasta come la si fa in Italia...
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Re: Dall'Asia Centrale al Caucaso 2016

Messaggioda cristiano » 12/09/2016, 11:52

17/8/2016

Lasciamo le moto a riposare e ci incamminiamo a visitare la città.

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Percorriamo il ponte che divide Asia e Europa e non possiamo che constatare che il centro città non ha molto da offrire...

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Torniamo quindi in Asia e decidiamo di passare il pomeriggio in spiaggia sul fiume Ural: "sembra di stare ai caraibi" esclamo io.
Sabrina e Roberto mi fissano e non parlano.

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Al tramonto torniamo dal nostro amico della sera prima: è palesemente in coma da post sbornia e fare una pasta è l'ultimo dei suoi desideri.
Se avesse tirato fuori la vodka, la notte prima, mi avrebbe senza dubbio steso e sarei nelle sue stesse condizioni, ma constato come a solo birra me la cavi bene anche da queste parti...
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Re: Dall'Asia Centrale al Caucaso 2016

Messaggioda cristiano » 13/09/2016, 19:34

18/8/2016

Ripercorriamo il ponte, questa volta in moto, e siamo in Europa: è una sensazione particolare.
Tutta la dritta e dissestata strada suona nella mia mente come un lungo saluto all'Asia ed al Kazakhstan, un saluto che non sa di addio, ma di arrivederci.
I cammelli che si aggirano tra le trivelle sembrano salutarci anche loro quando gli passiamo a fianco e li guardiamo come facciamo da giorni: sarà strano non vedere più i loro sguardi sempre un po' buffi e curiosi, nel proseguio del nostro viaggio.

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Arriviamo al confine e cambiamo in rubli i tenge rimasti, attraversiamo velocemente la parte kazaka e quindi superiamo la lunghissima coda di auto in ingresso a quella russa.
Arrivati in testa, la guardia ci ferma e ci fa notare che sul foglietto che ci hanno dato al primo controllo c'è un numero, e quello è l'ordine di ingresso: possiamo comunque metterci lì a fianco ad aspettare. Siamo il 118 e il 120.
Ci mettiamo lì tranquilli, ma io so di avere un asso nella manica.
Due moto straniere si fanno sempre un po' notare e infatti non passa molto che arriva un superiore, che parla pure un po' d'inglese.
"mi faccia vedere come avete compilato il foglio di registrazione, così se avete sbagliato vi aiuto io", mi dice, e io capisco che è il momento di giocare la mia carta: sto bene attento a mettere per primo sopra gli altri il passaporto di Roberto e lo porgo sorridendo al doganiere.
Questo lo apre e quando legge il cognome gli si illuminano gli occhi "CELENTANO?!?"
Eh si, Roby di cognome fa proprio Celentano: la fila e il numerino non sono più importanti e è il nostro turno per entrare...

Poco dopo siamo in Russia: il paesaggio qui è verde, attraversiamo il Volga sul ponte galleggiante e ci fermiamo ad Astrakhan, coi motociclisti russi che come al solito si sbracciano per salutare gli stranieri in visita nel loro paese...

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Re: Dall'Asia Centrale al Caucaso 2016

Messaggioda umbePD » 13/09/2016, 22:08

Fantastico viaggio e bellissima descrizione!!!! Bravi!!! :onore: :onore: :onore:

ciao,
Umberto
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Re: Dall'Asia Centrale al Caucaso 2016

Messaggioda cristiano » 14/09/2016, 20:35

19/8/2016

In mattinata una breve visita di Astrakhan, che è una bella città, col suo Cremlino e il lungo Volga..

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quindi risaliamo il corso del fiume per raggiungere Volgograd.
La strada è lunga, dritta e noiosa: ogni tanto si apre qualche piccolo scorcio sul Volga, ma non ci fermiamo neanche per una foto.
La cronaca invece è più interessante.

Alla prima area di servizio veniamo approcciati da uno dei benzinai, che esteticamente sembra il cugino di campagna di Putin con addosso la tuta da benzinaio:
"di dove siete? da dove venite? dove andate? parlate russo?"
"siamo italiani, veniamo dal Kyrgyzstan e dal Kazakhstan e andiamo a Volgograd, il russo lo parliamo poco poco"
"non importa, parlo io!"
e se ne parte con un monologo di un quarto d'ora alla fine del quale mi sento di poter sintetizzare così il suo pensiero:
- ama la musica italiana ed è molto contento di poter guardare il festival di Sanremo
- i paesi da cui veniamo sono rozzi, arretrati, inferiori, e popolati solo da stupidi ignoranti con gli occhi a mandorla (mentre lo spiega si tira sui lati gli occhi, mimando i vicini dai tratti orientali, che evidentemente non gli stanno particolarmente simpatici)
- Gagarin era un figo
Quindi mi strappa di mano amichevolmente, ma con fermezza, la bottiglia di the freddo, se ne beve un sorso, me la restituisce e ci saluta calorosamente.

Altra sosta: facciamo benzina e ci apprestiamo a comprare qualcosa da bere.
Roberto sparisce un attimo e ritorna: "ragazzi scappiamo, veloci, veloci! Inizio ad andare e vi aspetto lì avanti!"
Visto che a lui i buchi non piacciono e gli piace l'aria aperta, ha pensato bene di farla dietro il casottino del benzinaio, ma solo quando si è reso conto di essere a 40 centimetri dalla porta della signora ha capito quanto la scelta della location fosse sbagliata.
Sapendo bene cosa vuol dire far infuriare una benzinaia russa, lo seguiamo a gas spalancato...

Proseguiamo, facciamo un po' gli sbruffoni con un poliziotto, e raggiungiamo quindi la meta, o almeno così sembra: dal primo cartello al centro città ci sono 40 km di traffico!

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Siamo quasi in centro e ho una strana sensazione al posteriore: eh si, è venuto il mio turno..
Riparata la camera tutto sommato in fretta passiamo le seguenti ore alla ricerca di una sistemazione: è estate e molti alberghi sono pieni, altri hanno prezzi troppo alti, e alla fine ci fermiamo ad un orario in cui i negozi 24 ore non possono vendere più la birra.
Vado a letto di pessimo umore.

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Re: Dall'Asia Centrale al Caucaso 2016

Messaggioda cristiano » 14/09/2016, 20:35

20/8/2016

Passiamo la stazione, teatro pochi anni fa di un attentato, e proseguiamo fino al museo dell'assedio di Stalingrado.
Si, perché Volgograd è la vecchia Stalingrado, teatro di una furiosa battaglia durante la seconda guerra mondiale.
Imbevuti di racconti occidentali, noi spesso pensiamo che la storia della seconda guerra mondiale e della sconfitta tedesca siano cambiate con lo sbarco in Normandia (giugno 1944), tanto raccontato e tanto visto in numerosi film, mentre in realtà, la prima vera enorme batosta, i nazisti la presero proprio qui, in questa città (1942-1943), prima di tutto cambiò qui la storia del mondo.

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Dopo la storia e la memoria cosa c'è di meglio da fare se non prendere la marshrutka 64, attraversare il ponte e andare in spiaggia sul Volga?
Ecco, qui lo dico: di tutti i viaggi che ho fatto nella mia vita, che a qualcuno piace definire viaggi-avventura, nulla è mai stato così avventuroso e pericoloso come venire in spiaggia sul Volga: privateci voi a spiegare a Sabrina che tutti quegli scatti li ho fatti solo a fine scientifico, per poter mostrare agli amici a casa quale spettacolo offre una spiaggia sul Volga...

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quando il sole inizia a calare torniamo verso il centro, ma non ci facciamo mancare una visita alla enorme statua della Madre Russia

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Re: Dall'Asia Centrale al Caucaso 2016

Messaggioda cristiano » 18/09/2016, 17:42

21/8/2016

Elista è una città unica, capitale della Calmucchia, è l'unica enclave buddhista in Europa: passeggiandoci, sembra di essere stati lanciati all'improvviso a diversi km più a est. Templi e monumenti sono ad ogni angolo e i volti delle persone tradiscono inequivocabilmente l'origine asiatica.
Di origine mongola, i Calmucchi arrivarono in questa zona alla ricerca di pascoli migliori diverse centinaia di anni fa, quindi decisero di far ritorno in Asia. Alcuni di loro non riuscirono ad attraversare il Volga e l'Ural e rimasero in questa zona, dove vissero senza troppi problemi fino alla seconda guerra mondiale. Durante la guerra, alcuni si schierarono al fianco dei tedeschi, e la vendetta di Stalin fu la deportazione dell'intero popolo in Siberia. Fu solo nel 1957 che Chruscev permise loro di tornare, e oggi popolano questa particolare e insolita regione.

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22/8/2016

Lasciamo Elista e la Calmucchia e ci dirigiamo verso sud. A una sosta, noto che sulla bevanda comprata da Roberto c'è raffigurato un kiwi, ma ormai pure io ci ho fatto il callo e faccio finta di niente.
Incontriamo una coppia di neo-sposi provenienti da Ekateringburg, che per il loro viaggio di nozze hanno deciso che vogliono vedere il mare: da dove abitano loro sono solo 3000 chilometri, e facendone più o meno 1000 al giorno in massimo 4 giorni arriveranno sulle coste del Mar Nero...
Ad un'altra sosta, Sabrina decide che vuole insegnare alle papere che stare troppo vicine alla strada è pericoloso, ma nonstante anche questa nuova vena animalista, riusciamo in serata a raggiungere Vladikavkaz, in Ossezia del nord.

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23/8/2016

La mattina decidiamo di tornare indietro qualche km per visitare la scuola di Beslan e il suo memoriale, di recente e triste memoria.
Qui nel 2004 avvenne un massacro di stampo terroristico che alla fine, dopo 3 giorni, lasciò sul campo più di 300 morti, due terzi dei quali bambini.
Attorno alla palestra, che come il resto della scuola presenta ancora e ben visibili i segni del terrore e della battaglia, è stato costruito un monumento color oro, che se vogliamo rende ancora più impressionante la visita.
Sabrina scappa quasi appena entrata, io scatto qualche foto per non dimenticare: questa testimonianza della follia umana è decisamente toccante.

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La strada inizia a salire, e dopo aver attraversato qualche gola, varchiamo il confine senza perder troppo tempo.
La Georgia e le sue montagne sono di fronte a noi..

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La sera decidiamo di dormire a Kazbegi, dove, nella piazza principale, i turisti vengono accolti da signore che offrono camere in affitto: Sabrina e Roberto ne vanno a vedere un paio ma non sono convinti, quindi Roberto segue una vecchina col bastone.
Pochi minuti dopo torna col fiatone dicendo che è ok e ha trovato la sistemazione. L'anziana signora il bastone in realtà lo usa per tirarlo negli stinchi alle vacche e sulla ripida salita ha rifilato a Roberto un distacco che manco il miglior Pantani dei bei tempi...
Quando le chiediamo degli asciugamani, si presenta ridacchiando dandoci poco più che dei tovaglioli, ma va bene lo stesso così.
Un bicchiere di vino, una cena che sia una cena, e pure un po' di fresco sono cose a cui non eravamo abituati ormai da un po'...

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Re: Dall'Asia Centrale al Caucaso 2016

Messaggioda cristiano » 20/09/2016, 19:13

24/8/2016

La mattina la signora deve far vedere la camera ad altri turisti, quindi ci chiede di metterla un po' in ordine e portare fuori i bagagli; non facciamo in tempo a finire l'ovo e dirle ok, che gli altri son già a girare tra le nostre cose, mentre la signora mostra loro tutti i servizi offerti: è brava nel marketing e per ogni cosa, ne descrive almeno tre, quindi "camera, letti e lenzuola", "bagno, wc, lavandino e doccia", "porta, chiave e finestra", cigliegina sulla torta, c'è pure il "fi-fi"..(wi-fi, ndr)
Non capiamo se riesce a vendere la camera o meno, ma di sicuro non vede l'ora di disfarsi di noi: "baggage, baggage!"

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Leviamo quindi le tende e percorriamo la Strada Militare Georgiana, fermandoci un paio di volte, prima per visitare un curioso e apparentemente abbandonato cimitero di automobili, quindi la fortezza di Ananuri, per poi girare a destra e proseguire verso ovest fino a Kutaisi.

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La signora della bellissima casa presso cui pernottiamo, al nostro rientro da cena, ci offre un piatto pieno di frutta e una bottiglia di vino, probabilmente pensando che ne avremmo giusto assaggiato un bicchiere: noi siamo piacevolmente colpiti dal pensiero e dalla gentilezza, ma alla fine siamo delle bestie e ovviamente tiriamo il collo alla bottiglia, riuscendo pure a farci rimproverare perché in piena notte facciamo troppo chiasso...

25/8/2016

Un giro in centro città, al bazar e alla cattedrale di Bagrati e quindi siamo di nuovo in strada...

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L'ho già scritto che le vacche in Georgia la fanno da padrone e amano particolarmente stare in mezzo alla strada? Ecco, a volte hanno pure caldo e allora si riparano dal sole sotto delle vecchie pensiline dei benzinai in disuso: si, perché qui quando un benzianaio è vecchio, se ne costruisce uno accanto e il vecchio lo si lascia lì, non mi chiedete perché...

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Quindi la strada inizia a salire e si inoltra tra le montagne; ci fermiamo per mangiare un boccone e abbiamo a che fare con la più lunga ed estenuante preparazione di un kachapuri della storia: dopo più di 1 ora di attesa, finalmente la signora sforna l'agognata focaccia formaggiosa, mentre in sottofondo la radio trasmette a tutto volume in nostro onore Toto Cutugno e la Pausini...

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Ancora qualche curva e siamo nello Svaneti...

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cristiano
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Re: Dall'Asia Centrale al Caucaso 2016

Messaggioda cristiano » 20/09/2016, 19:13

26/8/2016

Con le sue antiche torri di guardia disseminate un po' ovunque, Mestia è negli anni diventata una meta turistica di grande richiamo: orde di backpackers si aggirano coi loro zaini tra la piazza principale e la stazione degli autobus.
Noi dobbiamo decidere se lasciarla subito per la più piccola Ushguli o meno, quando un forte temporale decide per noi, che quindi ci adattiamo agli usi del luogo e cincischiamo in giro fino a sera..

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27/8/2016

Facciamo una tirata per raggiungere Tbilisi in giornata, ma prima di arrivare, ci concediamo una visita alla particolare località di Uplistsikhe, antica città scavata nella roccia sulla riva del fiume Mtkvari.

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28/8/2016

Non so se sono io che mi sono abituato nel tempo a mete un po' più insolite, ma trovo che Tbilisi sia molto cambiata rispetto a 6 anni fa, quando la visitai la prima volta.
Macchine di lusso, valanghe di turisti, negozi di ogni tipo: siamo in fondo alla Turchia, a due passi dall'Azerbaigian, a tre dall'Iran, a un giorno dal Mar Caspio, ma qui sembra in tutto e per tutto di essere in una grande - bella, bellissima, per carità - capitale europea.

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29/8/2016

Prepariamo le moto per la spedizione e facciamo un ultimo giro in città; in serata ci facciamo una chiacchierata con un allegro mix Italia-Polonia-Kuwait-Iran e quindi in piena notte ci trasferiamo in aeroporto e aspettiamo l'aereo che ci porterà a casa...

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Eh si, il viaggio alla fine l'abbiamo fatto ed è pure finito, ed è già ora di iniziare a pensare alla prossima meta...
cristiano
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Re: Dall'Asia Centrale al Caucaso 2016

Messaggioda CapitanBarbera » 21/09/2016, 9:55

Senza parole, ma che figata..... !!!!!!!!
:claps: :claps: :claps: :onore: :onore: :onore:
"TESTA VOIDA"
FACCIO UN GIRO INTORNO ALLA MOTO A CONTARE LE RIGHE, ORGOGLIOSO TOCCO LE FERITE AMMIRANDO FIERO LE SUE CICATRICI, FELICE CHE MI ABBIA PORTATO OVUNQUE !!!!
il litro...990 adv R
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il calice..... Aprilia Tuareg Rally 125
Italjet 50 cross moto bimbo del 1974 (originale)
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