11/8/16
Il mattino ha l'oro in bocca!
Mah, forse per i cammelli che iniziano la loro passeggiata quotidiana, di sicuro non per i miei compagni di viaggio che ci hanno messo 40 minuti a farsi fare 3 caffè e hanno delle facce che sembra che li abbiano bastonati tutta notte (e quello che ha dormito per terra sono io, mica loro)
Quattro chiacchiere con 2 motociclisti russi e proseguiamo nel deserto fino ad Aralsk
Aral era un porto, un porto sul lago omonimo, tanto grande che in molti lo chiamavano mare, poi i Sovietici decisero di prelevare l'acqua dei suoi due immissari per irrigare i campi di cotone, e in pochi anni il lago si prosciugò quasi completamente.
Aral ha un porto, ma non ha un lago.
Fino a pochi anni fa la strada che passava di qui, la M32, era in condizioni pietose e la città sembrava destinata ad una inesorabile fine, poi la strada è stata ricostruita ed è tornata ad essere la principale arteria nord sud del paese, e nel frattempo il governo kazako ha portato avanti una serie di investimenti per salvare la piccola parte di lago rimasta, apparentemente con successo.
I pesci sono stati reintrodotti e pare che nei prossimi anni, con la costruzione di una nuova diga, l'acqua tornerà a lambire il porto di Aral.
Evitiamo l'Hotel Aral, famoso per essere stato per anni l'unico in città e definito da chiunque un luogo infame, e prendiamo una camera al più recente Hotel Altair, vicino alla stazione.
E' il primo pomeriggio quando finalmente diamo un senso ai tasselli che abbiamo montato sulle nostre moto e ci dirigiamo verso Zhalanash per visitare il cimitero delle barche, rimaste nella sabbia quando il lago si ritirò.
Roberto esce dalla strada e si butta nella steppa: sono giorni che dice che i bagni-buco non gli piacciono e che "a me piace farla all'aria aperta".
Lo lasciamo in pace e proseguiamo, quindi arriva il momento della pausa sigaretta.
Una, due, tre sigarette e Roberto non arriva: "deve essere successo qualcosa", sentenzia Sabrina.
Torniamo indietro e a un certo punto vedo la moto di Roberto sulla strada, lui nel campo accanto. In un primo momento penso che l'attacco di sciolta deve essere molto forte se lo costringe a fermarsi ogni pochi metri, ma quando mi avvicino mi rendo conto della gomma a terra...
Siccome noi siamo furbi, per viaggiare leggeri abbiamo scaricato tutti i bagagli in città, e insieme ai bagagli attrezzi, pompa e camere d'aria.
Qualche km prima abbiamo visto un mini villaggio di 3 case e andiamo a cercare aiuto, lasciando Roberto a familiarizzare con la fauna locale.
Il cammelliere inizia dicendoci di no, poi forse c'è il suo amico che ha la macchina, poi la moglie del suo amico non vuole che il marito prenda la macchina..."sarà una questione di soldi", penso io, vediamo quanto ci chiede.
5000 tenge, 13 euro, è la richiesta, avanzata quasi con vergogna, perché probabilmente spropositata, per portare la moto fino alla città.
L'avrei accettata anche se fosse stata 4 volte tanto, quindi manco mi metto a trattare..