La scelta del Motomaremma matura lentamente, quando decidiamo di non partecipare al Nonna Raid.
Inoltre il raduno ha una bella fama, è relativamente vicino a casa, e sembra che per il pomeriggio del primo giorno sia previsto un corso di enduro.
Riusciamo a trovare un bungalow al campeggio anche se siamo un po' fuori tempo massimo, e così il venerdì mattina partiamo anche noi. Destinazione Scarlino. Arriviamo e subito rompiamo le scatole a tutti : gli organizzatori sono a tavola a fare il test dei superalcolici, i gestori del campeggio sono a pranzo. Tutti mobilitati per accogliere noi e praticamente più nessuno fino al tardo pomeriggio. La notizia è che al ragazzo che ci accoglie hanno rubato la moto due giorni prima (990 Adventure, il secondo in due mesi), e Michele non ci sarà perché non può. Nel frattempo ci sistemiamo, i bungalow sono carini, e ci dotiamo della spilla d'ordinanza. Il pomeriggio passa girellando tra spiaggia e campeggio, nel frattempo arriva qualche moto e il posto si anima. Si vocifera che Mandrake arriverà non prima delle 18, questo significa niente corso, e quindi ce la prendiamo come vacanza che non ci fa male.
Tra un saluto ed uno sguardo alle moto arriva finalmente Mandrake, arriva un sacco di altra gente, ed arriva anche l'ora della cena. Tra pasta e pizza scegliamo la seconda, nonostante vediamo il cuoco usare il mattarello per tirare la pasta . Avremo modo di pentircene. Io sfoggio la felpa del nonna raid 2012, e quindi vengo subito identificato come incapace ad andare in moto. Però posso sfoggiare le competenze da barista per mettere in funzione la spina della birra, i geni che hanno portato l'impianto non avevano riempito d'acqua il cooler .
Arrivano Giada, Davide e il nano, e le cazzate ripartono da dove le avevamo lasciate qualche settimana fa. Si chiacchiera fino a notte fonda.
Sabato, il raduno ufficialmente comincerebbe il pomeriggio ma in mattinata Mandrake ci porta a spasso in mezzo a paesaggi spettacolari. Mj ed io facciamo da tappo alla scopa. In un punto un po' umido una ragazza cade e prende una botta ad un piede, dovrà rientrare (il fatto che abbia un Dominator col telaio color Frikke magari non c'entra, però lo segnalo. Non si sa mai). Durante la sosta, il tipo che faceva da scopa ci regala perle di saggezza che meritano una trattazione a parte: http://www.motoadv.org/forum/viewtopic.php?f=2&t=2780. Fatti pochi metri, un nuovo stop: Giada ha tentato di seppellire la sua AT in una pozza di fango, forse per lasciarla come reperto agli archeologi dei prossimi millenni. Niente che il nano non possa risolvere a mani nude.
Torniamo al campeggio per accompagnare l'infortunata e, invece di proseguire per un nuovo giro come ci viene proposto, decidiamo di giocare con la sabbia: i tipi del motoclub Follonica hanno allestito un fettucciato in riva al mare ed io mi spiaggio ripetutamente e goffamente come so fare. Convinciamo anche Monja, che se la cava decisamente meglio di me. Le prove: https://plus.google.com/photos/111421530263588466767/albums/5871538323408120545. Il suo ingresso in spiaggia ha visto accorrere un sacco di consiglieri, che lei ha prontamente sfanculato. Non è stato l'unico momento antropologicamente interessante: poco prima, un tipo mai visto aveva energicamente suggerito a Giada di non entrare a girare nella sabbia che non faceva per lei, specie in sella ad una Africa Twin. L'incauto è stato maltrattato con anche troppa diplomazia. E Giada ha girellato per la spiaggia (e anche Mandrake ha girellato per la spiaggia): http://www.flickr.com/photos/monja/sets/72157633348574385/with/8685376901/ (foto di Monja).
Il pomeriggio ci vede ripartire più numerosi, le scope sono due ragazzi che avevano fatto il giro hard in mattinata e sostituiscono Onofrio che a piedi ritiene di non tenere il nostro passo (se mi avesse visto guidare si renderebbe conto che potrebbe farcela senza nemmeno faticare troppo, ma non è andata così). Il percorso è più movimentato rispetto a quello del mattino, un po' di fango nel sottobosco e qualche guado carino. Qualche difficoltà per Monja, ma ci ricongiungiamo col gruppo che ci sta aspettando e rientriamo sull'asfalto. E qua ci perdiamo per sempre, arriviamo ad un incrocio e non troviamo nessuno. Mi giro fiducioso verso le scope, ma entrambi oltre a non conoscere il percorso non hanno portato i telefoni. Visto che non ho la più pallida idea di dove siamo punto il GPS verso il campeggio. Un altro paio di giri sulla sabbia, e poi ci rimettiamo in vacanza.
Giada sulla via del ritorno ci telefona per confermarci la cena di pesce in un posto a pochi metri dal campeggio. Sarà un'ottima scelta, la frittura è spettacolare. Torniamo in tempo per vedere gli organizzatori sfoggiare il look anni '70 che dà mostra di sé sulle fighissime magliette del raduno.
Il mattino della domenica vede il nostro gruppo molto deciso nel cazzeggio. Rinunciamo all'uscita sui monti e consumiamo la spiaggia, ma a piedi. La maggior parte di noi accuserà più stanchezza che non dopo una giornata in moto. Il panino del pranzo toglierà tutte le forze residue, ed è già tempo di impacchettare i bagagli e dei saluti. Grazie a Papo, Onofrio, Mandrake, e tutti gli altri di cui non ricordo il nome. Torniamo con qualche conoscenza nuova, qualche amicizia rafforzata, e prendiamo un po' di pioggia sulla via del rientro giusto per non farci mancare niente. Ah, ci abbiamo anche la maglietta.