Storie di Dakar
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Inviato:
02/04/2016, 16:46
da DakFabri
Uno dei piloti più entusiasmanti dei rally che ci hanno fatto innamorare della Parigi-Dakar.
Da leggere tutto d'un fiato
Tratto dal sito parisdakar.it
http://www.parisdakar.it/intervista-ciro-de-petri-dakar-1992/#/?playlistId=0&videoId=0
Re: Storie di Dakar
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Inviato:
03/04/2016, 10:11
da doctorluca
Re: Storie di Dakar
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Inviato:
03/04/2016, 10:46
da Frikke
Grande Ciro, non ha mai vinto la Dakar ma ai Faraoni era imbattibile
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Re: Storie di Dakar
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Inviato:
13/04/2016, 10:47
da DakFabri
Giovanni Sala alla Dakar 1998
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Molto contento Giovanni Sala, al debutto alla Dakar del 1998 e alla prima vera esperienza con road-book e GPS.
«Dopo la prima settimana – racconta il campione di enduro – credevo di aver imparato tutti í trucchi della navigazione; poi mi sono perso un paio di volte e ho capito di… non aver capito nulla. Ma come fanno a leggere le note?».
Giovanni considera comunque l’esperienza positiva e la Dakar una gara interessante. Ecco le differenze con l’enduro.
«La cosa più incredibile è che mi alleno tutti i giorni, vado in moto almeno due volte alla settimana, poi arrivo qui e prendo una gran paga da uno con la pancia e la sigaretta in bocca! Nell’enduro devi sempre guidare al 100% mentre qui bisogna trovare un giusto compromesso tra velocità e navigazione.
Sicuramente è un’esperienza da ripetere, anche se è la disciplina più pericolosa che io abbia mai fatto. Appena ti distrai, ed è normale quando stai magari dieci ore in sella, cadi. Ci sono degli sterrati in mezzo alle pietre dove viaggi a 130 km/h e se non sei abituato alla velocità, se non hai i riflessi pronti, finisci per farti male».
Fonte Motosprint
Re: Storie di Dakar
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Inviato:
13/04/2016, 11:39
da fAb!0
Bella la citazione dei panzuti con la sigaretta.
Nella dakar di oggi non è più così (purtroppo)
Storie di Dakar
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Inviato:
13/04/2016, 12:45
da Antoni..one
Proprio stamani, Romeo mi raccontava aneddoti delle LC8 guidate da Fabrizio e da Giovanni, nel deserto...
In buona sostanza (cit. Jonny Stecchino) Sala, pluricampione di Enduro, non si capacitava di come Fabrizio riuscisse a portare la Adventure al limite alla Dakar, quando lui si fermava all'80% ....
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Re: Storie di Dakar
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Inviato:
14/04/2016, 16:50
da Frikke
Storie di Dakar
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Inviato:
14/04/2016, 17:00
da Mikifly
Minkia!!!!!! Allora le foto che lavora sulla mia Moto potrebbero acquistare un valore
Battute a parte....... GRANDE ROBY !!!!!!!!!
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Inviato:
14/04/2016, 18:23
da fil52
Grande Roberto. ..te lo meriti..auguroni
www.fil52motoviaggi.altervista.org
Re: Storie di Dakar
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Inviato:
14/04/2016, 18:45
da DakFabri
Cavolo complimenti, Bravo Boasso
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E che belle intervista !
Spesso ho sognato dei trascorsi come i suoi
Re: Storie di Dakar
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Inviato:
29/04/2016, 20:09
da DakFabri
Intervista del 2005 a Franco Zotti e il ricordo di Meoni.
Si erano fronteggiati diversi anni fa. Prima nel campionato enduro juniores, poi nel campionato toscano della medesima specialità. Erano gli anni Ottanta.
Da una parte c’era il goriziano «un po’ guascone e sempre pronto a scherzare», dall’altra il fiorentino «scrupoloso e dal fisico esplosivo».
Il goriziano era Franco Zotti. Il fiorentino, invece, rispondeva al nome di Fabrizio Meoni, la cui vita si è spenta nel sud della Mauritania, nell’ultima tappa della Parigi-Dakar. Personaggi diversi ma accomunati dalla medesima «passionaccia» per le ruote artigliate.
Chi vinceva?
«Le gare erano sempre molto combattute– ricorda -. Quando c’era da spingere, Fabrizio non si tirava mai indietro. Aveva grinta da vendere ma era anche molto tecnico». Zotti trattiene a stento le lacrime. «Mi è nato un figlio. Ma è morto un amico», dice. Il consigliere comunale-motociclista, infatti, ha appena festeggiato la nascita di Ari (in onore del rallysta Ari Vatanen) ma il suo cuore è spezzato per la scomparsa di Fabrizio Meoni. I due – oltre alle gare nei campionati nazionali enduro – hanno in comune la partecipazione a diverse edizioni della Parigi-Dakar. «Ma non ci siamo mai incrociati. Lui ha iniziato più tardi e subito con mezzi ufficiali», ricorda sospirando.
Che ricordo conserva di Fabrizio Meoni?
«Era uno sportivo vero. Leale, serio, un professionista dalla testa ai piedi. Inoltre aveva una tecnica sopraffina. Ah, quante sfide nel campionato juniores! Però, nonostante fossimo avversari, siamo sempre rimasti amici. Nel nostro ambiente tutti stimano e rispettano tutti».
Alla Dakar, però, non vi siete mai incrociati.
«No. Lui ha iniziato più tardi nonostante l’età sia più o meno la stessa (Zotti ha 45 anni, Meoni aveva 47, ndr). Fabrizio, però, è entrato dalla porta principale, con moto ufficiali».
Lei, invece, ha gareggiato sempre da privato?
«Ho preso parte a sei edizioni della Dakar, dal 1988 al 1993: quattro volte in moto (in sella a Honda 600 Xr e 250 Xr e a due Suzuki 800), una volta a bordo di un camion Mercedes Unimog e, l’ultima, alla guida di una Daihatsu Feroza. Esperienze uniche, irripetibili».
La Dakar ha un fascino particolare…
«È una competizione massacrante e rischiosa. Chi vi partecipa deve mettere in conto che potrebbe non tornare a casa. E non crediate che gli incidenti siano sempre spettacolari. Alla Dakar si muore, talvolta, a causa di incidenti stupidissimi. Ricordo ancora la morte del povero motociclista giapponenese Nomoto».
Come perse la vita?
«Eravamo appena partiti da Parigi nella notte di Capodanno. Era il 1988. Nomoto, dopo pochissimi chilometri, venne centrato in pieno da un’auto condotta da un ubriaco. Morì sul colpo: non ebbe nemmeno il tempo di vedere il deserto. E poi non posso dimenticare l’atroce morte di altri compagni di viaggio: si misero a dormire sotto un camion, il pilota – la mattina dopo – ripartì e li travolse. Potrei citare decine e decine di altri casi. Nel 1988 morirono 10 persone fra piloti, organizzatori e gente del luogo, l’anno dopo quindici».
E l’esperienza non basta. Come dimostra la morte di Meoni.
«Il deserto è traditore. Le insidie sono dappertutto. Soltanto dove ero certo di trovare deserto piatto correvo, raggiungendo anche i 150 all’ora. Nelle altre zone, l’andatura era più tranquilla: non avendo assistenza, non potevo permettermi di rompere la moto. I big, invece, sfrecciano ad altissima velocità. Il loro obiettivo è quello di vincere, il mio era quello di arrivare a Dakar».
E a Dakar ci è arrivato con la minuscola Honda 250.
«Una soddisfazione incredibile. Nessun motociclista nella storia della Dakar è riuscito ad andare sino in fondo con una moto così piccola. Per me è stata una vittoria».
Un ultimo ricordo di Meoni?
«Mi è rimasta impressa la sua frase che questa sarebbe stata la sua ultima Dakar. Una frase quasi profetica. Ciao, caro Fabrizio».
Re: Storie di Dakar
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Inviato:
14/08/2016, 8:20
da DakFabri
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Inviato:
14/08/2016, 22:57
da Frikke
Beppe Gualini, il privato per eccellenza, io lo ricordo con la Suziki giallo/blu
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Re: Storie di Dakar
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Inviato:
17/08/2016, 8:49
da CapitanBarbera