La passione per il motociclismo, si sa, presenta dei costi di gestione che possono risultare proibitivi. Oltre all'acquisto iniziale infatti, ci si trova a dover fronteggiare i continui aumenti della benzina, il bollo, le spese di manutenzione meccanica, l'assicurazione. Proprio quest'ultima è facile da individuare come una delle spese più incisive nel bilancio complessivo annuale. Il premio dell'assicurazione può in alcuni casi orientare la scelta di acquisto su un mezzo piuttosto che su un altro, arrivando a produrre paradossi come quello di cui si può leggere di seguito.
Mantenere una moto costa, ad un neofita nella fascia d'età compresa tra i 18 e i 26 anni, cifre elevate. Provando a fare una veloce ricerca on line, sui siti delle compagnie così come sui portali che offrono confronti tra i vari premi assicurativi, si vede come la spesa annuale per la sola RC di una moto di media cilindrata e media potenza (diciamo una cilindrata 700 con una sessantina di cavalli), oscilli tra i 650 e i 1200 euro. A queste somme vanno aggiunti i costi del bollo, variabili da regione a regione, ma comunque raramente sotto i 60-70 euro. Cifre come queste possono diventare difficilmente sostenibili, a maggior ragione in un contesto economico come quello attuale e in una fascia anagrafica come quella indicata. Per ovviare al problema, alimentando comunque la passione per il motociclismo, ma cercando di risparmiare, la soluzione potrebbe essere quella di acquistare una moto “storica”, con almeno 20 anni di età, usufruendo così delle assicurazioni agevolate. Le cifre si aggirano, in questo caso, sui 120/130 euro all'anno, più un costo per il bollo che oscilla tra gli 11 e i 25 euro annuali. Ad un neofita conviene quindi acquistare una moto ventennale piuttosto che un modello recente/nuovo. Ecco il paradosso.
L'assicurazione per la Responsabilità Civile nasce per tutelare i clienti in caso di sinistri con altri veicoli, riparando i danni a persone o cose; ne consegue che le compagnie assicurative nel campo della viabilità, operano nel settore della sicurezza. Tanto più gli utenti saranno sicuri, tanto meno si richiederà il loro intervento. Ma, una moto di 20 anni fa, per quanto affidabile, austera, autorevole e “mitica”, sarà comunque 20 anni indietro sul fronte della sicurezza rispetto ad una moto contemporanea. La velocità con cui procedono la tecnica e la tecnologia (motoristica e non solo), è tale per cui due decine di anni costituiscono un divario non indifferente. Posto che, quando si va in strada ciò che conta davvero è il collegamento tra cervello e polso destro, si può tranquillamente definire una moto storica tecnicamente meno sicura di una moto contemporanea.
Il che vuol dire che esiste una maggiore probabilità, per le assicurazioni, di essere chiamate in causa su un mezzo ventennale, piuttosto che su una moto che abbia uno, due, tre, cinque anni di vita. E quindi, sarebbe più comprensibile un premio annuale maggiormente elevato su una moto storica piuttosto che su una moto contemporanea. Il tutto, chiaramente, in relazione al suo più elevato grado di pericolosità determinato da una arretratezza sul fronte tecnico della sicurezza.
Invece, succede esattamente il contrario: un neofita (esperienza scarsa in moto) è portato ad acquistare una moto ventennale (arretrata sul fronte della sicurezza) poiché con questa risparmia sui costi di assicurazione rispetto ad una moto nuova/recente. Quest'ultima infatti, gli garantirebbe una maggiore sicurezza tecnica su strada (che si traduce nel minore rischio di incidenti e quindi nella ridotta utilità dell'assicurazione), ma lo costringerebbe ad una spesa che può essere dieci volte maggiore.
Un paradosso di questo tipo può dirsi emblematico di altri che esistono nel settore, e che lo mettono in crisi da un punto di vista industriale (meno 20 per cento di immatricolazioni nei primi otto mesi del 2012 secondo i dati Ancma) e culturale (l'età media dei motociclisti si fa sempre più alta). Risolvere questo problema, abbassando (a tutti) i costi di gestione di un motociclo, potrebbe forse rispolverare anche nelle nuove generazioni l'appeal per una passione percepita adesso come lussuosa, quasi elitaria. Altrimenti, il rischio è quello di vagabondare in strade sempre più vuote di motociclette, e quindi di persone, senza la possibilità di fermarsi a fare due chiacchiere, e di sedersi in compagnia con le “gambe sotto il tavolo” dopo aver fatto “due curvette”.
Eliaz